Ricerca di equilibrio con lo yoga…
Camminavo spesso tra le calli con il pittore Baldessari ed il poeta Zanon alla ricerca di una Venezia nascosta, decantando poi la meraviglie degli abitanti della serenissima, che sapevano coniugare il lungo navigar per mari e la contemplazione del fare arte in città. Non solo vetro, ma l'arte della pittura e del teatro...
Cominciavo ad amare la città per i suoi bacheri e i suoi cambi repentini di clima e d'umore, mi piaceva anche per la sua nebbia, Venezia non può essere mai triste, mi dava sempre la sensazione di essere a casa, anche in quei pochi momenti che la trovavo malinconica. Apprezzavo la riservatezza di alcuni, anche se per amarla completamente dovevo attraversarla tutta perché il miglior posto delle "castradure" si trovava presso lo studio del poeta Stefani...tempi in cui si viveva pienamente...
Eppure una canzone che ascoltavo spesso nei miei anni giovanili diceva..."quando il vento dell'Est ti porterà il profumo dei capelli suoi" (Riky Gianco)...momenti di un grigio torpore quotidiano in cui tra la disperazione di mia madre marinavo scuola, illudendomi che quel vento poteva portare solo amore. Ora tra le narici sento odore di morte e distruzione, il sangue viene versato anche da chi non ha ancora scoperto il mondo, tutto per la frenesia e violenza di un uomo chi si crede "zar". Il vento non ha colpa, perché lui crede ancora nell'amore, convinto che la tolleranza farà rigenerare pace e giustizia. E noi?
Spesso rileggendo lo scritto degli amici ti accorgi quanto le loro parole sono sempre vive nel tempo…
Togli le parole ardue
Anni fa avevo elaborato assieme all'amico poeta Zanon (Veneziano DOC), un art book "Oltre il limite… e altro". Un libricino in carta pregiata stampato in 300 esemplari dove si alternavano i testi conditi di sottile ironia del poeta Zanon e i disegni in bianco e nero realizzati da me.
Spesso mi domando: ma i signori del quaquaraquà riflettono su quale è il loro talento?
"La libertà è uscire da sé stessi, ascoltare e essere ascoltati, essere parte di un qualcosa, che sia famiglia o società o universo, in cui tutti rivestono un proprio ruolo e tutti contribuiscono al bene comune. Libertà è partecipazione".
" ...e come i semi che sognano sotto la neve,
Abbattere le mura
Come mi ricorda il mio amico poeta Zanon, non amo i portavoce "dell'utopia del sapere"; e mi guardo bene da costoro, rifugiandomi nel mio studio alla ricerca dell'interiore, documentandomi su ciò che capita, cercando di capire il quotidiano. Poi esco, e vedo come il teatrino della vita, non sia cambiato. Solo i scenari sono cambiati in drammaticità. I "grandi" uomini stanno morendo uno dopo l'altro. Però la "storia siamo anche noi", ricordiamoci di essere protagonisti nel bene, nella maniera più profonda e dignitosa.
"Nel contesto post-ecologico, oggi la difesa dell'ambiente si confonde e si sovrappone alla conservazione stessa della natura umana"...vi era un gruppo che credeva in progetti sui drammi attuali dell'umanità. "Faceva proposte nate da una solida posizione etica che rivelavano quella dimensione umanistica in cui l'artista si colloca e dalla quale afferma che il progetto è arte. Progetto non individualistico e acritico, ma collaborativo, solidale e sempre identificabile con le esigenze più urgenti e preoccupanti del suo contesto".
"io non sono e non mi sento un poeta.
Libertà
ready-made
Troppa fretta
Affermava il filosofo Schonmaekers: "Noi vogliamo penetrare nella natura si che si riveli la costruzione interna alla realtà". Era esattamente il fine in cui tendevano gli artisti di “De Stijl". Tale volontà mistica di razionalità e rigore indusse Mondrian ad eliminare le linee curve. Nell'astrattismo geometrico vedeva il mezzo per creare una "bellezza profondamente umana e ricca" per costruire il mondo armonioso, esatto e equilibrato in cui avrebbe dovuto vivere un giorno un'umanità rigenerata e perfettamente serena e lieta.
Essere sempre testimoni
Sto leggendo U. Saba, da tempo volevo confrontarmi con i suoi pensieri...alla fine del libro "lettere sulla psicanalisi" leggo: "Ma certo quel "guai ai vinti " di Stock, la condanna ravvisata nella sorte di chi ha bisogno " di ritrovare se stesso a mezzo altrui", non potevamo non immetterlo ancora una volta nel centro della sua stessa storia; anche Stock (come Weiss nel 1955), avrà narrato la sventura di un male "che non si vede", che isola in mezzo alle parole degli altri, che condanna al non intendere e al non essere intesi.
Pensieri
